La Presidenza nazionale ha incontrato i presidenti parrocchiali e le presidenze diocesane dell’Emilia-Romagna
Presenti, coerenti, intraprendenti, con queste parole Mons. Andrea Turazzi, vescovo di S. Marino- Montefeltro e delegato al laicato, ha salutato i presidenti parrocchiali di tutta l’Emilia-Romagna, convocati, sabato 25 febbraio, dalla delegazione regionale nell’incontro con la Presidenza nazionale a Modena.
A questo primo intervento preceduto dal saluto iniziale della delegata regionale Maria Cristina Severi ha fatto seguito il presidente nazionale Giuseppe Notarstefano che,dopo aver evidenziato la centralità della dimensione parrocchiale dell’Associazione, ha sollecitato i presidenti parrocchiali ad attraversare questo tempo difficile senza paura, avendo presente che come cristiani abbiamo una meta ben precisa. Senza maledire, ma benedire questo tempo di cambiamento che ci chiede una conversione globale per ricominciare dalla gioia del Vangelo, dal prendersi cura gli uni degli altri, dal rimanere nella concretezza delle nostre comunità parrocchiali con fedeltà, accogliendo il “Sinodo” come forma di fraternizzazione e inclusione.
Costruire e fare alleanze perché abbiamo bisogno degli altri per sentirci “popolo in cammino” e “chiesa nel mondo”. Chiesa che non può e non deve essere una fortezza, ma piuttosto una tenda e un accampamento dove tutti possano fermarsi ed essere accolti.
Diverse testimonianze di presidenti parrocchiali anche di realtà piccole hanno messo in evidenza la creatività e la passione nello scrutare i segni del tempo con lo sguardo capace di guardare lontano con pazienza e speranza.
Il grazie e il “tener botta” del presidente della CEI Card. Matteo Zuppi, a tutti gli intervenuti, è stato motivo di sostegno e incoraggiamento a continuare la faticosa tessitura di comunione nelle comunità senza perdere la propria identità. La parrocchia è cambiata, ma c’è bisogno di capire meglio, senza perderne la storia per aprirci al futuro con i tanti e diversi compagni di strada. Tanti gli spunti e le parole emerse negli interventi di questa prima giornata insieme: affidamento, corresponsabilità, accompagnamento fra generazioni, franchezza reciproca, impegno caritativo, giustizia e speranza, ricerca di spiritualità.
I lavori sono proseguiti la domenica 26 con la presenza delle presidenze diocesane della nostra regione alla ricerca di “sogni e bisogni dell’AC di oggi”. Domande e provocazioni hanno dato il la dai vari settori (ACR, ACG, Adulti, Famiglie) e dai movimenti (MLAC e MSAC) per un ascolto e un dialogo molto acceso che ha evidenziato quanto ci sia bisogno di recuperare uno stile unitario dell’associazione. Il bisogno di valorizzare e rendere protagonisti i ragazzi e i giovani che a volte vivono con ansia il mondo della scuola, del lavoro e della società, senza trascurare le loro periferie esistenziali. Il bisogno di camminare o addirittura correre insieme, giovani e adulti, in un accompagnamento vicendevole nel mantenere accesa la curiosità verso la vita vera e la realtà in cui siamo immersi. Il bisogno di comunicare e mettere in circolo tutta la bellezza che c’è nelle nostre comunità e che viviamo ogni giorno, senza stancarci di fare proposte e capire i bisogni reali delle persone. Nella celebrazione eucaristica a conclusione di questo appuntamento regionale Mons. Erio Castellucci, vescovo di Modena-Nonantola ci ha invitato a continuare a spenderci nel dono e nella gratuità come stile per tenere insieme il vangelo e la vita delle persone nell’ottica di un cantiere sempre aperto e accogliente. Rosauro Amadori



