Veglia della Pace
Canto di ingresso
Celebrante: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
Tutti: Amen
Celebrante: Il Dio della pace, che abita i nostri cuori, sia con tutti voi
T. E con il tuo Spirito
(seduti)
Guida: «In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”.
Guida: Ogni persona umana è un fine in sé stessa, mai semplicemente uno strumento da apprezzare solo per la sua utilità, ed è creata per vivere insieme nella famiglia, nella comunità, nella società, dove tutti i membri sono uguali in dignità. È da tale dignità che derivano i diritti umani. La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto umano e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace. “In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia”. (Dal messaggio di Papa Francesco per la 54^ giornata mondiale della Pace, 1 gennaio 2021)
Guida: In questo periodo, il nostro Vescovo ci invita a pregare per la pace sia come dono di Dio ma anche impegno degli uomini, così come ha sottolineato il Papa. La Parola, da lui proposta, è la parabola del buon sammaritano .
Guida: 1° momento:
UN ESTRANEO SULLA STRADA
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.”
L1. Gesù racconta di un uomo ferito, a terra lungo la strada. Abbiamo sentito tante volte questa parabola ricordiamo che passarono diverse persone accanto a lui e non si fermarono. Uno invece si è fermato, gli ha donato vicinanza, lo ha curato con le sue stesse mani, ha pagato di tasca propria e si è occupato di lui. Soprattutto gli ha dato una cosa su cui in questo mondo frettoloso lesiniamo tanto: gli ha dato il proprio tempo.
L2. Aggrediscono una persona per la strada, e molti scappano come se non avessero visto nulla. Sentiamo di persone che investono qualcuno con la loro automobile e fuggono. Pensano solo a non avere problemi, non importa se un essere umano muore per colpa loro. Inoltre, poiché tutti siamo molto concentrati sulle nostre necessità, vedere qualcuno che soffre ci disturba, perché non vogliamo perdere tempo per colpa dei problemi altrui. Questi sono sintomi di una società malata, che preferisce voltare le spalle al dolore.
L3. Questa parabola è un’icona illuminante, davanti a tanto dolore, a tante ferite, l’unica via di uscita è essere come il buon samaritano, che si fa “prossimo”, ovvero rialza e riabilita l’uomo caduto. Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile; non possiamo lasciare che qualcuno rimanga “ai margini della vita”. Questo ci deve indignare, fino a farci scendere dalla nostra serenità per sconvolgerci con la sofferenza umana. Questo è dignità.
(in piedi)
Guida: Chiediamo perdono a Dio per tutte le circostanze in cui non ci siamo interessati, abbiamo fatto finta di non vedere, abbiamo voltato le spalle, siamo andati avanti per la nostra strada. Ripetiamo ad ogni richiesta: Perdonaci Signore
Perché non ti ringraziamo per i doni che ogni giorno ci dai, a cominciare dalla vita stessa:
Perdonaci, Signore
Perché ci rivolgiamo a Te solo nel momento del bisogno:
Perdonaci, Signore
Per non averTi riconosciuto e servito nei poveri, negli emarginati, nei disabili, negli extracomunitari:
Perdonaci, Signore
Per non aver dedicato tempo a chi vive nella solitudine e nell’abbandono:
Perdonaci Signore
Perché non abbiamo rispettato l’ambiente che hai creato e che ci hai affidato:
Perdonaci, Signore. (seduti)
*** Testimonianza ***
Guida: 2° momento:
PASSANTI INDIFFERENTI
“Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre”
L1: la parabola ci fa fissare chiaramente lo sguardo su quelli che passano a distanza. Questa pericolosa indifferenza di andare oltre senza fermarsi, innocente o meno, frutto del disprezzo o di una triste distrazione, fa dei personaggi del sacerdote e del levita un non meno triste riflesso di quella distanza che isola dalla realtà. Ci sono tanti modi di passare a distanza, ripiegarsi su di sé disinteressandosi degli altri ed essere totalmente indifferenti al prossimo sul ciglio della strada.
TUTTI: Signore fa che il nostro sguardo non sia mai indifferente verso il prossimo ma rendici capaci di un bene attento e disinteressato.
L2: Il sacerdote e il levita vedono, ma ignorano; guardano, ma non provvedono. Eppure non esiste vero culto se esso non si traduce in servizio al prossimo. Non dimentichiamolo mai: di fronte alla sofferenza di così tanta gente sfinita dalla fame, dalla violenza e dalle ingiustizie, non possiamo rimanere spettatori. Ignorare la sofferenza dell’uomo, cosa significa? Significa ignorare Dio! Se io non mi avvicino a quell’uomo, a quella donna, a quel bambino, a quell’anziano o a quell’anziana che soffre, non mi avvicino a Dio.
TUTTI: Signore aiutaci ad essere testimoni concreti ed attivi della Tua Parola, fa che il nostro servizio sia sempre attento e premuroso verso il prossimo.
Guida: 3° momento:
IL PROSSIMO SENZA FRONTIERE
“Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. “
L1: Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti. Ci vuole solo il desiderio gratuito, puro e semplice di essere popolo, di essere costanti e instancabili nell’impegno di includere, di integrare, di risollevare chi è caduto. Tutti abbiamo una responsabilità riguardo a quel ferito che è il popolo stesso e tutti i popoli della terra. Prendiamoci cura della fragilità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino e di ogni anziano, con quell’atteggiamento solidale e attento
TUTTI: Signore, mantieni sempre vivo in noi il desiderio gratuito e puro di impegnarci, costanti e instancabili, nel soccorrere e sostenere i fratelli “feriti” e fragili nel corpo e nello spirito
L2: Un essere umano è fatto in modo tale che non si realizza e non può trovare la propria pienezza «se non attraverso un dono sincero di sé». E ugualmente non giunge a riconoscere a fondo la propria verità se non nell’incontro con gli altri: «Non comunico effettivamente con me stesso se non nella misura in cui comunico con l’altro». Questo spiega perché nessuno può sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare. Dall’intimo di ogni cuore, l’amore crea legami e allarga l’esistenza quando fa uscire la persona da sé stessa verso l’altro.
TUTTI: Signore, ispiraci e guidaci nell’incontro con gli altri affinchè, attraverso il dono sincero di noi stessi, possiamo sperimentare il valore della vita e costruire legami forti e sinceri con tutti i fratelli.
*** Intervento del Celebrante ***
Giovanissimo/Educatore: Deposta davanti all’altare si trova una croce costruita da noi giovanissimi in queste settimane in cui abbiamo riflettuto sul nostro essere costruttori di pace. Ci siamo chiesti quali sono le responsabilità e i comportamenti che vogliamo adottare per essere portatori di pace, ma subito abbiamo compreso quanto siamo piccoli ed allora abbiamo bisogno di chiedere aiuto l’aiuto del Principe della Pace. Così sula croce ci sono gli impegni che ci vogliamo prendere e i doni di cui abbiamo bisogno per realizzarli con l’aiuto di Gesù.
Ogni gesto di pace è un atto d’amore. E’ proprio dalla croce che passa tutto. E lì che Gesù con il suo gesto di amore per eccellenza ci ha salvati.
Guida: Recitiamo la preghiera per la Pace di Charles de Foucauld “La pace verrà”, alternando le voci.
Se tu credi che un sorriso è più forte di un’arma,
se tu credi alla forza di una mano tesa,
se tu credi che ciò che unisce gli uomini è più importante di ciò che li divide.
Se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo,
se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,
se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, allora…. LA PACE VERRA’.
Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore,
se tu sai gioire della gioia del tuo vicino,
se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu.
Se per te lo straniero che incontri è un fratello,
se con il tuo collega al lavoro riesci ad avere uno sguardo di comprensione,
se tu riesci a sostituire l’indifferenza con la solidarietà.
Se tu riesci ad aprire ancora di più il tuo cuore alle esigenze concrete dell’amore di tutti i nostri fratelli,
se riesco a dire sì alla pace cominciando da me stesso senza rassegnarmi ad un mondo egoista.
Se tu sai donare gratuitamente un pò del tuo tempo per amore,
se tu sai accettare che un altro ti renda un servizio,
se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora… LA PACE VERRA’.
(Tutti) Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta,
se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,
se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo,
se tu credi che la pace è possibile, allora… LA PACE VERRA’.
Celebrante: Preghiamo insieme come Gesù ci ha insegnato, da veri fratelli: PADRE NOSTRO…
Orazione:
Celebrante: O Dio della pace, non ti può comprendere chi semina discordia, non ti può accogliere chi ama violenza: dona a chi edifica la pace di perseverare nel suo proposito, e a chi la ostacola di essere sanato dall’odio che lo tormenta, perché tutti si trovino in te, che sei la vera pace. Per Cristo nostro Signore.
T. Amen
Benedizione
CALENDARIO: Presentazione del segno del mese della Pace che viene portato all’altare: un calendario disegnato e realizzato da una classe 4° elementare di Cesena con i diritti dei bambini tradotti in varie lingue.
Canto finale